da Il Gazzettino del 17/09/2009 ed. Padova
Sabato 17 Gennaio 2009,
Saccolongo
Ha inseguito la macchina dei ladri riuscendo così a far arrestare uno dei malviventi. E’ stata l’azione coraggiosa del figlio del titolare del Roxy Bar di Saccolongo, fortunatamente conclusasi per il meglio, a permettere ai carabinieri della Radiomobile di arrestare Mehovic Rifat, un rom montenegrino di 51 anni domiciliato al campo nomadi di via Lungargine San Lazzaro a Padova.
I ladri sono entrati in azione la notte scorsa e per poter introdursi all’interno del bar, protetto da inferriate a porta e finestre, hanno scassinato l’entrata dell’abitazione attigua. Una volta d’entro alla casa i malviventi sono riusciti ad aprire, con l’utilizzo di arnesi da scasso, la porta che un tempo comunicava con il bar. Messo piede nella sala giochi del locale è scattato l’allarme, collegato con l’abitazione e i telefonini dei titolari, mentre i ladri mettevano a segno il furto aprendo il cambio monete dei videogiochi.
“Erano da poco passate le cinque del mattino quando è arrivato il segnale sul telefonino di mio figlio – racconta il titolare -, giunto in bar per controllare ha fatto rumore sospettando che ci fosse qualcuno all’interno e ha sentito delle voci provenire dall’altra sala. Così ha richiuso la porta d’entrata è montato in macchina e si è portato in strada notando un uomo che rapidamente saliva a bordo di una vettura”. Sentita la voce del ragazzo i ladri hanno raccolto velocemente parte del bottino, circa 1.700 euro, dandosi alla fuga e lasciando in bar lo zaino con gli attrezzi e parte del malloppo.
Saliti rapidamente a bordo di una Ford Galaxy i malviventi sono scappati lungo la principale in direzione di Selvazzano. Dietro a loro il figlio del titolare che aveva avvisato i carabinieri e i familiari di quanto stava accadendo. All’altezza del negozio di abiti da sposa uno dei ladri è sceso rapidamente dalla macchina dandosi alla fuga a piedi, mentre quello alla guida ha proseguito fino in via Dei Colli dove però è stato raggiunto e fermato dalla macchina della Radiomobile.
Barbara Turetta