Ascierto è presidente provinciale di An – “il Gazzettino” 05/03/2007

Lunedì, 5 Marzo 2007
 

Ieri mattina al congresso annullati gli interventi dei relatori per mancanza di… pubblico. Ma sono stati ben 1.582 gli iscritti che hanno votato

Ascierto è presidente provinciale di An

Ha vinto con 907 voti. «Punterò su una nuova classe dirigente». Drago, lo sconfitto: «C’erano strategie più alte di noi»

Filippo Ascierto , 49 anni, ex maresciallo dell’Arma, avellinese di nascita ma padovano d’adozione, è il nuovo presidente provinciale di Alleanza nazionale. Ascierto , che è al suo secondo mandato come parlamentare, è stato eletto dai tesserati che ieri dalle 10 alle 18 si sono recati al seggio della Fiera. Alla fine su 2.899 votanti si sono presentati in 1.582. I voti validi sono stati 1.567, 2 le bianche e 13 le schede nulle. Ascierto ha avuto 907 voti, Drago 660.

«Hanno vinto i circoli, soprattutto quelli della provincia. Hanno vinto i giovani, ha vinto la passione politica, quella fatta tra la gente – ha detto Ascierto a caldo – E continueremo come abbiamo fatto in questi mesi. Punterò su una nuova classe dirigente. I miei concorrenti mi hanno aiutato, tutta la classe dirigente del partito mi era contro. O sapevano che avevo un’ampia fascia di consenso, oppure non l’hanno valutata». Perché pochi hanno partecipato ai lavori? «Questo congresso ha visto un clima molto velenoso e molte persone si sentivano tirare per la giacca. Preferivano non palesare la simpatia per me per qualche timore. L’onore delle armi a Drago va dato perché rimane una risorsa del partito, cercherò il dialogo».

«Poteva essere un esperimento interessante quello di un non-missino alla presidenza di una federazione delle più storiche, prestigiose e purtroppo anche decadute – dice Andrea Drago – L’elettorato ha preferito una scelta di continuità. Allora lascio l’onere di gestire una Federazione così malconcia e sono a disposizione del partito. È un bel regalo agli altri la pubblicità in negativo che ci siamo fatti e questo è il mio rammarico. Ringrazio quanti mi hanno sostenuto: Eravamo sfavoriti ma abbiamo combattuto, però ci sono stati dei giochi che non potevamo controllare, strategie che passavano sopra la nostra testa». Non dice di più, ma il riferimento è a pacchetti di voti che sarebbero passati da lui ad Ascierto in chiave del congresso regionale.È stato un congresso dal dibattito politico inesistente, circostanza ancor più paradossale nel momento in cui si presentavano ai nastri di partenza due candidati con idee sul partito molto distinte. Il risultato di tutto questo è che ieri mattina, quando si sarebbero dovuti effettuare, dalle 10 alle 11, gli ultimi interventi, questa fase è stata annullata per mancanza di… pubblico. Quel che interessava insomma era il voto e i 18 delegati da mandare al congresso regionale e, da quel che si è visto, Padova non sarà tutta col segretario uscente, Giorgetti.

Ma non basta. Per dare un’idea del clima in cui è avvenuto il congresso, nel pomeriggio al presidente della commissione elettorale, il senatore Alberto Balboni, era arrivata una mozione sottoscritta da 12 firme, la prima del professor Vincenzo Quagliato, che lo invitava a tenere presente l’incompatibilità di fatto di Filippo Ascierto alla carica di presidente provinciale in quanto essendo un parlamentare sarebbe stato occupato per quasi tutta la settimana a Roma, alla Camera. E la mozione si appellava a Roma perché il nuovo statuto, entrato in vigore il primo gennaio, tra le incompatibilità prevedesse anche questa.

Mauro Giacon

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